Ricetta per un’organizzazione resiliente - 2

06/09/2021 Autore: Federica Maria Rita Livelli, Gianluigi Lucietto

ricetta-per-un-organizzazione-resiliente-2

Parte seconda Dopo la parte introduttiva pubblicata la scorsa settimana su questo sito, gli autori si addentrano nel tema di come rendere resiliente un’impresa approfondendo le fasi di implementazione del Risk Management e della Business Continuity, da perseguire in un “armonico parallelismo”

La moltitudine di rischi, gli attacchi informatici, gli eventi estremi, le crisi sociali e geopolitiche e le pandemie stanno caratterizzando sempre più la nostra quotidianità. Pertanto, risulta sempre più necessario e urgente effettuare una puntuale analisi dei rischi unitamente all’analisi degli impatti che essi possono produrre, in modo tale da individuare, capire e gestire le vulnerabilità aziendali - sia tecniche sia organizzative – progettando e implementando i corretti piani per ridurre e/o eliminare le aree di rischio individuate e, al contempo, salvaguardare l’operatività dell’organizzazione.

Un “paso doble” ben orchestrato

Facendo una trasposizione ardita, nell’implementare le due discipline è come se assistessimo alla performance di una “coppia affiatata” che balla all’unisono un paso doble, ovvero: Risk Management & Business Continuity come due ballerini, nella loro danza - l’uno “parallelo” all’altro – devono eseguire i “passi” mantenendo sempre un sinergico e armonico parallelismo. Esaminiamo cosa prevede, nella realtà, l’implementazione delle due discipline.
Il Risk Management mira a identificare e misurare le probabilità e la gravità di un evento, contrastandone gli effetti per mezzo di leve di mitigazione quali:
- il controllo fisico del rischio (tramite eliminazione, prevenzione, riduzione, separazione, duplicazione);
- il finanziamento del rischio (tramite trasferimento e ritenzione).

La Business Continuity si concentra su ciò che è necessario attuare per fronteggiare le conseguenze dell’evento dirompente, dai primi secondi (gestione dell’emergenza), fino all’attivazione di strategie alternative di produzione o d’erogazione del servizio.
Nel processo di implementazione della Business Continuity si parte dal presupposto che l’evento si sia verificato e, pertanto, è necessario agire. Ovvero, bisogna prendere decisioni efficaci, basate su informazioni attendibili (i.e. verificate), in un momento in cui l’“universo” di riferimento è completamente cambiato.

Da dove partire
Le due discipline declinano - nei loro standard di riferimento - un insieme di elementi comuni, sebbene non riflettano la stessa struttura, ovvero, in entrambi i sistemi di gestione, l’applicazione dei relativi processi viene declinata partendo da:
•    l’analisi e comprensione del contesto interno ed esterno;
•    la definizione del campo di applicazione.

È doveroso ricordare che la definizione dei criteri di rischio ricopre un ruolo fondamentale e strategico nel processo di Risk Management in quanto, essendo definiti dall’organizzazione, costituiscono elementi fondamentali per svolgere la valutazione dei rischi e per supportare l’intero processo decisionale in termini di conseguimento degli obiettivi strategici prefissati.
Pertanto, nella definizione e nella strutturazione dei criteri di rischio vengono contemplati i seguenti aspetti:
•    la natura e la tipologia delle minacce;
•    gli effetti derivanti dal verificarsi dell’evento dirompente (i.e. perdite di carattere monetario o materiale, costo di ricostruzione di un impianto distrutto, interventi poco soddisfacenti o non in linea con le aspettative);
•    la natura o la genesi dell’evento probabilmente sfavorevole (i.e. eventi causati dall’uomo o dalla natura, prodotti che non soddisfano le aspettative dei clienti, il posizionamento del magazzino in una zona non idonea o condizioni di stoccaggio inadatte che possono impattare sui prodotti, ecc.);
•    gli impatti di natura economica – sia in positivo sia in negativo - sul bilancio aziendale a seguito di un evento (i.e. perdita o guadagno);
•    gli impatti marco-economici e geopolitici sulla sicurezza della comunità e del personale aziendale;
•    l’efficacia dei controlli in essere;
•    le variabili temporali.

Nell’ambito della Business Continuity, invece, se da un lato vi sono parametri fondamentali che hanno alcuni elementi in comune con i criteri e i parametri di rischio, dall’altro lato vi sono parametri “temporali” che sono proprio peculiari di questa disciplina, quali:
•    Recovery Time Objective (RTO) o Obiettivo di Tempo di Recupero: tempo entro il quale i servizi erogati, la produzione, i servizi di supporto e le funzionalità operative devono essere ripristinati dopo l’incidente che ha generato la discontinuità;
•    Recovery Point Objective (RPO) o Obiettivo di Punto di Recupero: il punto (l’istante nel tempo) al quale le informazioni so-no coerenti e possono essere ripristinate per consentire la ripresa delle attività, denominato anche Maximum Data Loss (solitamente coincide con l’ultimo back-up dei dati).
•    Maximum Tolerable Period of Disruption (MTDP) o Massimo Periodo Tollerabile di Interruzione: tempo massimo che può trascorrere a fronte degli impatti negativi conseguenti a un incidente, come risultato della mancata fornitura di un prodotto, mancata erogazione di un servizio o mancato svolgimento di un’attività operativa.
•    Minimum Business Continuity Objective (MBCO) o Obiettivo Minimo di Continuità Operativa: livello minimo di servi-zi/prodotti che l’organizzazione ritiene accettabile per raggiungere i propri obiettivi operativi prefissati durante un’interruzione.

L’importanza dei criteri e dei parametri di Risk Management & Business Continuity consiste, di fatto, nel fornire riferimenti utili all’organizzazione per:
•    effettuare la valutazione dei rischi (Risk Assessment - RA);
•    svolgere le analisi di impatto operativo (i.e. Business Impact Analysis -BIA);
•    valutare l’applicabilità delle soluzioni di Risk Management & Business Continuity;
•    valutare l’efficacia e l’efficienza (i.e. ratio costo-beneficio) delle soluzioni adottate rispetto agli obiettivi dell’organizzazione;
•    garantire la conformità ai requisiti legali o regolamentari.

Nel prossimo articolo esamineremo come le due discipline operano sinergicamente per il raggiungimento degli obiettivi.

Federica Maria Rita Livelli e Gianluigi Lucietto
Consulenti in Risk Management & Business Continuity - Consiglieri ANRA

Fonte: RM News n.75 - Giugno 2021