La “ECG delle percezioni di rischio” è una tecnica ideata da Chiara Cavicchioli che può essere sfruttata, in aggiunta a quanto riportato nella ISO 31010, per l’identificazione dei rischi e per priorizzare quelli da analizzare e trattare all’interno dell’organizzazione.
Come per l’elettrocardiogramma, che monitora che le onde rilevate dall’elettrocardiografo abbiano una certa forma e durata, l’ECG delle P.R. si focalizza sui picchi che escono da una fascia media dei rischi percepiti dal personale all’interno della società oggetto di analisi. Per procedere alla sua realizzazione, si parte mettendo in atto le principali tecniche della ISO 31010 per la risk identification con i responsabili di reparto, quali la “what if analysis”, la “checklist”, il “brainstorming” ecc per poi passare all’analisi dei dati storici dell’organizzazione in relazione a sinistri passati o ad eventi che hanno colpito il territorio e società circostanti. È di vitale importanza coinvolgere in questa fase, se presente, la figura del risk owner (o equivalente), nonché la figura che affronta e gestisce quotidianamente i rischi. Una volta raccolte tutte le informazioni necessarie relative a quali rischi siano maggiormente percepiti, verrà elaborato un questionario da sottoporre ad almeno il 50% dei dipendenti di ogni settore, al fine di verificare se i rischi indicati dai responsabili dei reparti siano gli stessi avvertiti dal personale operativo e per valutare il grado di percezione della gravità degli stessi.
Un esempio, riprendendo quanto riportato nel testo integrale della tesi, potrebbe essere il seguente: i responsabili del laboratorio di produzione dei vaccini durante il brainstorming comunicano al risk manager che i processi e fasi critiche o comunque di maggior interesse sono:
- Produzione Vaccino
- Ambiente salubre e sterile h 24
- Funzionamento bioreattori
Il questionario da sottoporre ad almeno il 50% delle maestranze del laboratorio può essere così strutturato (è possibile renderlo anonimo).
Ad ogni rischio verrà assegnato un voto da 0 a 3 relativo al grado di percezione dello stesso e delle eventuali conseguenze qualora si verificasse. All’interno del questionario è possibile lasciare uno spazio per le note in cui l’intervistato potrà riportare eventuali considerazioni sui rischi inseriti o aggiungere voci o criticità che sono percepite e non riportate nel modulo.
Sulla base delle risposte si procederà a realizzare il grafico delle ECG, riportando i dati raccolti per ogni reparto.

Nell’esempio specifico, 25 dipendenti hanno attribuito una gravità di livello 2 al rischio incendio, 25 dipendenti hanno attribuito una gravità di livello 3 al rischio di rottura della catena del freddo, 25 dipendenti hanno attribuito una gravità di livello 2 al rischio del guasto macchinario e altri 25 dipendenti hanno attribuito una gravità di livello 1 al rischio di infortunio o malattia. Per ogni voce verrà attribuito un valore del 10%, che si andrà a sommare alla media calcolata al fine di identificare quali sono i rischi che escono dalla fascia intermedia e che quindi richiedono un’analisi prioritaria.
Nell’esempio riportato, il rischio medio ha un punteggio di 50 e la fascia intermedia rientra tra i punti 30 e 70.
Questa tecnica ci permette di portare l’attenzione sia sui rischi percepiti come importanti dalla maggior parte dei dipendenti, sia su quelli meno percepiti che potrebbero però avere impatti importanti sull’organizzazione.
Si pensi ad esempio ai terremoti che hanno colpito Mirandola (MO) il 20 e 29 maggio del 2012 con effetti che sono ancora oggi visibili; probabilmente se ai dipendenti delle aziende della zona fosse stato chiesto di attribuire una percezione al rischio di un’eventuale evento sismico, avrebbero assegnato un punteggio pari a 0 o a 1, ma da un’analisi dei dati del territorio (consultabili sul sito della regione Emilia Romagna), sarebbe emerso che il paese si trova in una zona a rischio sismico 3, con casi che oscillano dai 20 ai 30 ogni 100 anni.
Riprendendo il testo della tesi, un ulteriore esempio può essere relativo al reparto del magazzino, in cui le criticità percepite sono le seguenti:
In questo secondo esempio il rischio di un’eventuale incendio è percepito come a zero da 25 dipendenti, quindi uscendo dalla fascia intermedia dei rischi dovrà avere la stessa priorità di analisi come per quelli al di sopra della fascia, identificati nella caduta dei contenitori dalle scaffalature.
L’ECG delle percezioni di rischio può essere quindi un valido strumento, in aggiunta alle tecniche già note, per studiare i rischi ed il modo in cui sono avvertiti a tutti i livelli dell’organizzazione, coinvolgendo tutto o buona parte del personale e andando quindi ad aumentare la visione, percezione e migliorare l’implementazione di un piano, politica e cultura sulla gestione dei rischi.