Video - Caffè in Rosa | Stress: Motore o Ostacolo di Vita?

24/02/2022 Autore: Angelica Uberti

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Giovedì 24 febbraio ANRA ha aperto la stagione 2022 di Caffè in Rosa insieme a Veronica Bonanomi - Co-Founder & CVO di HSE Equipe, leader nel campo della formazione esperienziale in ambito salute e sicurezza, per capire come creare un mondo dove questi due elementi non siano obblighi, ma valori, dove le persone vengano guidate dalle emozioni e tornino a casa sane, salve e felici.

Il concetto di rischio è sempre più utilizzato nelle riflessioni sulla società contemporanea, anche se la sua definizione appare piuttosto controversa. Per alcuni studiosi è rappresentato da un pericolo reale e può essere definito come la probabilità che un evento si verifichi. Per altri è qualcosa che viene percepito dall'individuo e che riguarda il contesto sociale e culturale in cui egli vive. Per altri ancora è un concetto che si colloca tra il reale e il possibile. Quel che è certo è che il rischio non è solo un evento particolare, futuro e incerto, che può influenzare in modo positivo o negativo il raggiungimento di determinati risultati, arrivando a pregiudicare la stabilità di un singolo o di un’intera organizzazione. Il rischio è oramai l’orizzonte globale dentro cui, come organizzazioni e come singoli, ci muoviamo e orientiamo.

I sei Caffè in Rosa del 2022, tutti accomunati dal concetto di “Rinascita” che – secondo il calendario cinese - contraddistingue l’Anno della Tigre, insegneranno a guardare al rischio come gesto di responsabilità e vantaggio strategico.

ANRA apre così l’anno con HSE Equipe e Veronica Bonanomi parlando di stress, per capire meglio cos’è, come affrontarlo e trovare un modo per far sì che salute e sicurezza non siano percepiti come obblighi, bensì come valori.

Lo stress – inteso come reazione generica dell’organismo agli stimoli cui viene sottoposto – è una condizione comune sia nel lavoro sia nella vita privata. Tuttavia, se ricorrente e continuativa, tale situazione può portare alla manifestazione di sintomatologie fisiche ed emotive in grado di impattare sulla vita quotidiana e sulle performance lavorative delle persone: un rischio che le imprese, dunque, sono tenute a considerare.

La riorganizzazione delle strutture e dei processi aziendali è un tema di assoluta attualità data la situazione che stiamo ancora vivendo. Negli ultimi due anni si è particolarmente alimentato il dibattito sulla necessità di rimettere al centro le esigenze delle risorse umane in azienda. L’appuntamento di oggi cercherà di porre l’accento sulla necessità di trovare un giusto equilibrio tra alta produttività e situazioni di forte stress, sempre frequenti in periodi di grandi cambiamenti come quello che stiamo attraversando. 

Se ti dico la parola stress a cosa la associ più velocemente? Motore di vita o ostacolo di vita?

Mi piacerebbe cominciare un po' a smontare questa idea di stress quale ostacolo. Lo stress è molto di più, è qualcosa che ci porta avanti, che fa in modo che la nostra vita funzioni, è un meccanismo del nostro organismo che protegge e salva la vita. In fase di iscrizione abbiamo chiesto ai partecipanti quanto impattasse lo stress nelle loro vite e la maggior parte, su una scala da 1 a 10, ha risposto 8. Sono molto contenta di questo, perché conferma come tutti noi sappiamo che nella vita quotidiana affrontiamo strategia di adattamento a ciò che accade intorno a noi. Questa è una nostra capacità; l’uomo è assolutamente uno degli animali più adattivi sulla terra, tanto che ha vinto sopra gli altri proprio perché ha una capacità di adattamento che garantisce la vita.

Che cos’è lo stress?

Uno dei primi che ha iniziato a studiare lo stress è stato l’endocrinologo austriaco Hans Seyle agli inizi del Novecento ed è considerato il padre dello stress in quanto ha definito lo stress legandolo al fenomeno biologico e definendolo quale capacità di adattamento.

È da questo concetto che dobbiamo partire per iniziare a pensare al vero significato di stress. 

Lo stress per molti si trasforma in ansia. Come si fa a tenere lontano questo stress negativo?

Siamo abituati spesso a fraintendere il vero significato dello stress, già dalla stessa parola. Se noi pensiamo allo stress, immediatamente si aggancia alla parola ansia, tant’è che negli anni si è sempre detto di dover trovare delle strategie per combattere lo stress.

Tuttavia, Seyle spiega che ci sono due definizioni di stress: lo stress positivo (eustress) e lo stress negativo (distress). È come se noi avessimo una capacità più o meno buona di adattarci ad uno stimolo ed essendo questo un meccanismo biologico, definibile e molto chiaro, possiamo trovare delle strategie per riuscire effettivamente a comprenderlo.

Per anni lo stress è stato demonizzato, ma se iniziamo a guardarlo come motore della vita che ci spinge a reagire, ci rendiamo conto che lo stress dobbiamo imparare a considerarlo amico.

Il segreto è come rielaboriamo lo stimolo stressante. Arriva uno stimolo, ho un pensiero, provo un’emozione e mi comporto. Ci sono delle linee guida da seguire?

Dobbiamo partire da due presupposti. Il primo è quello chimico biologico secondo cui ci sono tre stadi di stress:

  • Il primo è quello d’allarme, molto veloce, in cui il nostro fisico entra in stress e deve adattarsi mettendo in atto meccanismi fisici e mentali che ci servono per affrontare quella determinata situazione attraverso il rilascio di adrenalina;
  • Il secondo step è quello della resistenza, quando subentrano altri meccanismi di resilienza ed entrano in gioco ormoni quali il cortisolo;
  • Il terzo ed ultimo step è quello dell’esaurimento, in cui il corpo non è più in grado di sostenere lo stress e si ottimizzano le risorse.

Tuttavia poi c’è anche la parte mentale del nostro io, secondo cui il nostro cervello è in grado di influenzarci e stressarci, anche solo attraverso il pensiero, l’idea di una parola o un concetto.

La vita dunque è quella che il nostro pensiero va creando interpretando le nostre esperienze, è l'elaborazione del nostro sistema cognitivo di quello che ci accade. Quindi cambiare il modo in cui pensiamo allo stress può rendercelo diverso. Ma quindi lo stress può renderci socievoli?

Il meccanismo dell’essere socievole è sempre legato al nostro corpo e in questo caso entra in gioco un altro ormone: l’ossitocina, anche detto “ormone delle coccole”.

L’ossitocina è un neurotrasmettitore che ci fa desiderare il contatto fisico. È altresì lo stesso ormone che fa venire voglia di supportare gli altri e di essere aperti al perdono, al comprendere cos’è successo.

Tuttavia, pochi sanno che è un ormone che fa parte della risposta allo stress.  Quando l’ossitocina viene rilasciata, è come se stesse motivandoci a chiedere aiuto, ad andar da qualcuno e a raccontare cosa sta succedendo. In questo caso la risposta biologica ci spinge a raccontarci, anziché a chiuderci. È come se quando la vita diventa difficile, la risposta che dà il nostro corpo con lo stress è quella di circondarci di persone che si prendono cura di noi.

L’ossitocina inoltre non agisce solo sul cervello, ma anche sul nostro corpo, in quanto protegge il sistema cardiovascolare da quelli che possono essere gli effetti negativi dello stress; il cuore ha dei recettori per l’ossitocina e l’ossitocina è in grado di rigenerare molto più velocemente le cellule cardiache.

Ecco perché dobbiamo imparare a conoscerci: scoprire queste cose può davvero portarci a cambiare la nostra idea sullo stress e su come noi lo affrontiamo.

Possiamo quindi dire che lo stress sia sinonimo di coraggio?

Kelly McGonigal in “Howto make stress your friend” sancisce quella che lei chiama “la Biologia del Coraggio”. Quando tu scegli di considerare la tua risposta allo stress utile e scegli cioè di connetterti a qualcun altro sotto stress, puoi addirittura creare resilienza. Siamo in due, ci supportiamo, ci pieghiamo ma non ci spezziamo.

E sull’ambito lavorativo? Come possiamo accostare le due 2 S “sicurezza e stress”?

Anche in questo caso bisogna partire dalla definizione. Le parole hanno una grandissima capacità di condizionare la nostra mente e dunque portarci ad avere un atteggiamento più intelligente e più funzionale.

Sicurezza ha la stessa accezione dello stress. Questa parola si porta dietro qualcosa di pesante, ma in realtà deriva da “sine cura” che significa “senza preoccupazioni”. Il segreto è cercare e trovare il momento in cui davvero ci sentiamo sicuri.

Come possiamo gestire al meglio i rapporti interpersonali tra colleghi e istituzioni?

Credo che anche in questo caso la risposta sia partire da noi, andare alla ricerca della consapevolezza del sé, che le nostre azioni e le nostre parole influenzano quello che viviamo.

Il segreto è acquisire consapevolezza di come gestiamo il nostro stile e il nostro linguaggio nei confronti degli altri.

Ci sono delle tecniche per riuscire a separare lo stress da lavoro dallo stress legato alla vita privata?

Lo stress è il motore che ci muove e il primo passo è iniziare a interpretarlo e trovare la strategia che poi possiamo adattare ovunque.

Anche se universalmente riconosciuto come prima fonte di tutte le patologie contemporanee, perché continuiamo a subirlo e a farlo subire a chi ci circonda? Una volta si diceva, fermate il mondo, voglio scendere. Io non vorrei scendere, vorrei migliorarlo!

Non fermiamo il mondo, cambiamolo!

Il meccanismo dello stress ci sta dicendo che ci possiamo fidare di noi per gestire le sfide della vita e ci sta anche dicendo che non dobbiamo farlo da soli.