Video - Caffè in Rosa | Rischio e famiglia: mai più soli, c’è GenGle!

23/05/2022 Autore: Angelica Uberti

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Prosegue la stagione 2022 con il terzo incontro annuale dei Caffè in Rosa, gli appuntamenti sulla diversity & inclusion organizzati da ANRA, l’Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, e patrocinati dal Comune di Milano. Il prossimo incontro, andato in onda venerdì 13 maggio alle ore 9.30 ha visto l’intervento di Giuditta Pasotto, founder di Gengle, il primo social network dedicato ai Genitori Single e volto a mettere in contatto le famiglie monoparentali, permettendo loro di fare rete e di condividere tempo libero ed esperienze.

Oggi giorno essere un Genitore Single è una circostanza molto comune. Nonostante la diffusione sociale di tale nuovo modello familiare, il Genitore Single è spesso escluso o emarginato e ha maggiori difficoltà a conservare i propri rapporti sociali e/o a instaurarne di nuovi. Ciò si ripercuote inevitabilmente sul benessere dei figli, i quali avvertono il disagio di questa situazione e crescono sentendosi ingiustamente “diversi”.

In occasione della vicina giornata mondiale della famiglia, abbiamo parlato di rischio famigliare insieme a Giuditta Pasotto, fondatrice di GenGle, il primo portale per genitori single e figli che dà voce e sostegno alle problematiche delle famiglie monoparentali, siano esse allargate, single o arcobaleno.

Giuditta si definisce una social change manager e una community organizer. Con tre figli, sei anni fa ha fondato a Firenze la startup Gengle.it, il primo portale per genitori separati e famiglie monogenitoriali. Raccontaci chi sei.

Ho fondato GenGle sei anni fa. L’idea è nata da una mia condizione personale: mi sono separata e ho deciso di fondare un progetto dedicato ai genitori che si trovavano ad affrontare una separazione, perché la separazione arriva in un momento in cui non te lo aspetti. Oltre a provare una sensazione di disagio, spesso di ritrovi a non sapere a chi appoggiarti e così l’idea di dar vita a un “posto”, un “luogo”, una “realtà” che desse appoggio a chi si trova a passare attraverso questa difficile situazione.

Gen-Gle: cosa significa e come è nata l'idea?

Gen-Gle è l’unione di “genitore” e “single”. Il tutto è nato perché mi sono separata ormai 7 anni fa e nonostante fossi una persona molto sociale, mi sono trovata in forte difficoltà. Molto provata emotivamente e psicologicamente, decisi di andare da sola in vacanza con i miei figli (che all’epoca avevano due e quattro anni) e fu una tragedia. La situazione era drammatica perché ero sola a affrontare anche dei semplici imprevisti e la cosa mi distruggeva sempre di più. Il caso vuole che nella spiaggia in cui ero, incontrai un’altra mamma – sola anche lei – e iniziammo a darci man forte l’un l’altra. Una volta tornata a Firenze, mi iscrissi a un Master e la professoressa mi desse da studiare e analizzare il mondo dei social network: lì presi veramente coscienza di quanto i social mi stessero appesantendo nella mia tristezza e solitudine. Così iniziai ad aprire un blog personale, con l’obiettivo di far incontrare i genitori separati nel quartiere in cui abitavo, insieme ai figli. Il successo fu esplosivo: nel giro di pochissimo mi contattarono oltre tremila persone e mi esplose letteralmente in mano il progetto.

Raccontaci esattamente in cosa consiste.

Oggi siamo più di centomila iscritti in tutta Italia. Per iscriversi è sufficiente collegarsi al nostro sito internet. Tutto ciò che c’è all’interno (eventi, iniziative, incontri) non sono creati e organizzati dal team operativo, bensì dai genitori stessi, dagli iscritti. Chiunque può scrivere e proporre incontri, cene, feste e dar così supporto gli uni agli altri grazie alle chat messe a disposizione.

Siamo su tutto il territorio: dalla Campania in sù siamo più densì perché nel Sud Italia la rete famigliare è più forte.

Chi c’è dietro a GenGle?

Dietro Gen-Gle ci sono io come founder e poi c’è il mio braccio destro, Eugenio, avvocato che mi segue da sempre. Stiamo crescendo costantemente e ora abbiamo un team operativo di sei persone. Il progetto, infatti, è molto grande e ambizioso e siamo sempre alla ricerca di investitori e ambassador. Per avere un’idea, in Italia ogni anno si separano più di duecentomila coppie e post covid si prevede un incremento del 78%! Dobbiamo essere sempre sul pezzo e dare il massimo, aiutando davvero la coppia e i figli.

Da questa esperienza è nato davvero qualcosa di bello. Hai potuto realizzare progetti di aiuto immediato come la linea di supporto emotivo, per i genitori in fase di separazione, e per i loro figli. In particolare hai collaborato con il Comune di Firenze. Vuoi raccontarci come nel dettaglio?

Con il Comune di Firenze abbiamo realizzato la Casa dei Babbi: la città ci aveva messo a disposizione degli alloggi per i papà in difficoltà. Tuttavia, sono sincera: il tutto è un po' decaduto ed è davvero difficile ricevere dei finanziamenti dalle Istituzioni.